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Foffo Bianchi

Storie di straordinaria fonia. Dagli studi RCA alle grandi produzioni live

Vi sono dischi nella storia della musica che non sarebbero gli stessi senza l’enorme lavoro di chi, in quel disco, ha lavorato dietro le quinte. I produttori, i musicisti e gli arrangiatori, certo, ma non solo. Perché un album suoni, infatti, in un certo modo vi deve essere anche  il lavoro di tutti i tecnici del suono. Quelli che troppo spesso sono misconosciuti al grande pubblico. Lo stesso - anzi forse di più - accade durante i concerti. La star di turno saluta il pubblico e ringrazia la crew mentre il suddetto pubblico è in adorazione solo per lui e, spesso, quei nomi neppure li sta ad ascoltare. E fa male. Il disco, come un concerto, è infatti un’alchimia di musica e parole, ma soprattutto di suoni. E quando il suono “esce male”, non c’è capolavoro che tenga. Lo sapevano bene i Beatles che non per nulla consideravano George Martin il quinto Beatle. Perché se è vero che il grande pubblico è inesorabilmente attratto dalla voce che canta, dallo strumentista che suona, gli artisti sanno ben riconoscere la grandezza di chi li fa cantare e suonare in questo modo.

Questo ampio preambolo per dire della giusta stima di cui ha goduto in più di quarant'anni di carriera un produttore e ingegnere del suono come Rodolfo “Foffo” Bianchi che ha dato alle stampe - per Bertoni Editore - una preziosissima testimonianza del suo lavoro, Storie di straordinaria fonia. Dagli studi RCA alle grandi produzioni live. Per chi, come il sottoscritto, è amante degli aneddoti che si celano dietro alla realizzazione dei dischi, il libro è davvero una piccola miniera. 

Bianchi - anche grazie agli interventi di diversi amici musicisti - ripercorre la sua straordinaria carriera. Si inizia dagli anni Sessanta, quando Foffo - come sassofonista autodidatta - incomincia a suonare in un gruppo toscano, i Players. Un po’ per volta i ragazzi si fanno conoscere approdando persino alla Bussola. Ma ancora non è nulla, perché nel 1967 vengono adocchiati da Riccardo Del Turco che se li porterà un paio di anni dopo in tour negli States. Sembra il trampolino di lancio di una folgorante carriera, ma proprio sul più bello il volo viene troncato… dal servizio militare. Finito il servizio militare, Bianchi si trova a dover decidere se continuare gli studi di Giurisprudenza o ritornare a suonare nei Players. Ma la sorte aveva in serbo per lui altri progetti. Scopre, infatti, che la RCA sta cercando un assistente musicale per lo studio di Via Tiburtina e prende la decisione che cambierà per sempre la sua vita. Messo da parte il Sax, Foffo si staziona dietro il mixer, postazione che non abbandonerà più. Un po’ per volta il Nostro, infatti, si fa notare registrando dischi prog e non solo (The Trip, Atlantide; Il rovescio della medaglia, Io come io e Contaminazione). Ma i grandi nomi della scena musicale popolare italiana stanno per entrare nella vita di Foffo. Perché Bianchi è ormai una garanzia e la RCA gli affida gente del calibro di Lucio Dalla, Patty Pravo, Piero Ciampi, Ivan Graziani, Rino Gaetano, Anna Oxa.

Un discorso a parte merita poi il rapporto con  Renato Zero. Bianchi - a cui è affidato appunto il compito di lanciare il giovane - si rende conto immediatamente delle enormi potenzialità del cantautore romano; il problema però sta proprio nel fatto che tale talento rischia di perdersi se non incanalato nella giusta direzione. I suoi due primi dischi sono un flop. Bisogna correre ai ripari, anche perché la RCA ha deciso di chiudere i rubinetti e far registrare il nuovo disco in strutture esterne. Ma proprio la RCA ci mette involontariamente lo zampino: decide infatti di distruggere lo Studio A per costruire un nuovo impianto che avrebbe dovuto lanciare un nuovo formato, lo Stereo 8 (che si rivelerà un progetto fallimentare). Foffo chiede di poter registrare il nuovo disco di Zero negli spazi dello studio che non erano ancora stati distrutti. Renato Zero nel frattempo ha scritto un brano che stavolta non può non sfondare, Madame. E infatti sfonderà. Il rapporto tra i due si troncherà bruscamente, quando Bianchi decide di approdare alla CBS alla “corte” di Claudio Baglioni. Renato non la prenderà bene. I due avranno modo di riappacificarsi una decina di anni dopo.

A metà degli anni Ottanta Bianchi capisce che ha bisogno di nuovi stimoli e imprimerà una svolta decisiva alla sua carriera concentrandosi solo sulle produzione live. Neanche a dirlo diventerà in poco tempo il tecnico del suono più richiesto sul mercato, con i tour di Gianni Morandi, Lucio Dalla, Luca Carboni, Umberto Tozzi, Gianna Nannini, Raf

Poi a metà degli anni Novanta la nuova e definitiva svolta della sua carriera: Foffo incontra gli Elio e le storie tese. Siamo nel 1995, gli Elii sono già oggetto di culto seppur non abbiano ancora raggiunto la fama nazional-popolare (La terra dei cachi sanremese sarebbe arrivata da lì a poco). Claudio Dentes e Paolo Brugna conoscono bene il potenziale live della band e per loro vogliono il migliore di tutti: Rodolfo Bianchi, appunto. Nessuno può sospettare che quel primo concerto nel giugno del 1995 al Palaghiaccio di Varese sarà il primo di una lunghissima serie. E non a caso Foffo dedica agli Elii proprio l’ultima e più cospicua parte del libro (anche in questo caso con inserti degli stessi membri della band).

Insomma, Storie di ordinaria fonia - che è arricchito da un bel inserto fotografico e un’ampia discografia - è un libro delizioso che sa raccontarci, come detto, il dietro le quinte di tanti dischi memorabili così come di tour inarrivabili e che farà la felicità degli amanti della musica italiana.

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In dettaglio

  • Artista: Foffo Bianchi
  • Editore: Bertoni Editore
  • Pagine: 419
  • Anno: 2022
  • Prezzo: 18.00 €

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