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Jacopo Tomatis

Storia culturale della canzone italiana

Più di 800 pagine, di cui 600 nette di testo vero e proprio: è lo spazio che si prende Jacopo Tomatis per raccontarci il percorso della canzone italiana dal punto di vista culturale. E bene fa, perché questa storia richiede tale ampiezza.
Certamente non si tratta di un volume destinato a un lettore distratto, o che non conosca nulla di nulla di musica. Ma per chi è interessato, anche da semplice fruitore, all’argomento, la lettura è catalizzante. Ognuno di noi alternerà capitoli in cui le informazioni nuove, le conoscenze da acquisire sono la maggior parte ad altri in cui il bagaglio personale dà vita a un continuo “pop up” di ricordi, reso più efficace dalla presenza di alcuni testi e delle immagini tratte da copertine di dischi, articoli di giornale, fotografie.

Ogni fenomeno, genere, viene contestualizzato, inserito puntualmente nel momento storico e sociale in cui si è verificato, senza che queste informazioni appesantiscano il discorso complessivo. Veniamo così a scoprire che alcune convinzioni comunemente diffuse sono in realtà convenzioni, come la canzone all’italiana, che è una tradizione inventata. Lo spazio, oltre al tempo, riveste un ruolo fondamentale in questa costruzione, perché la curvatura che viene imposta alla musica proveniente dall’estero per adattarla ai gusti del pubblico italiano o, in alcuni casi, in base a ciò che viene ritenuto opportuno, corretto e non rischioso, crea qualcosa di unico e originale.

Come è naturale, Tomatis dedica pagine all’entità “Festival di Sanremo”, ma si può onestamente dire che tratta tutto ciò che di rilevante si è verificato dalla nascita della canzone italiana ad oggi, dalla diffusione attraverso radio e poi tv al cantautorato, ai bistrattati anni ‘80, fino all’inizio del corrente millennio.

Particolarmente ben articolata è la trattazione della canzone d’autore. Viene individuata la prima attestazione del neologismo “cantautori” (per giunta storpiato, a causa di un refuso), su un numero di Sorrisi e canzoni del 1960, ad indicare un festival itinerante, i significati successivi di tale termine e la nascita del canone. Il cantautorato è imprescindibilmente legato, a partire dal 1972, al Club Tenco di Sanremo, creato da Amilcare Rambaldi dopo la morte di Luigi Tenco nel corso del Festival di Sanremo. È propriamente Rambaldi che nei suoi appunti relativi agli artisti già noti che devono essere invitati alla Rassegna da lui concepita e quelli ancora sconosciuti ai più che meritano di calcare quel palco cita, tra gli altri, Modugno, De André, Dalla, Guccini. Seguono le indicazioni di Enrico de Angelis, suo stretto collaboratore e successore nella direzione artistica. Come tutti sanno, il Club Tenco e la Rassegna della canzone d’autore esistono ancora oggi, accompagnando l’evoluzione della realtà. E il volume di cui stiamo parlando tratta anche delle caratteristiche dei nuovi cantautori, ma anche del rock, del rap, del ruolo dei media nella diffusione della cultura.

Il viaggio dell’autore si conclude al termine degli anni dieci con il fenomeno della trap, e tale scelta è la dimostrazione del punto di vista oggettivo: l’autore ci racconta lucidamente cosa è successo, senza snobismi e preconcetti.


 

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In dettaglio

  • Artista: Jacopo Tomatis
  • Editore: Il Saggiatore
  • Pagine: 810
  • Anno: 2019
  • Prezzo: 38.00 €