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Federico Sirianni

L'uomo equilibrista I. Vent'anni di musica sul filo

Chi segue Federico Sirianni nei suoi concerti, sa benissimo quanto il cantautore genovese ami mescolare le canzoni con il racconto di piccoli aneddoti o con analisi semiserie dell’attuale situazione sociale-politica (e musicale) italiana. 
Chi lo segue su Facebook, sa benissimo quanto egli ami postare nei suoi “stati” avvenimenti della sua vita quotidiana oppure – con un sarcasmo tutto ligure che alle volte rasenta il cinismo – soffermarsi sulle piccolezze umane. 
Chi segue Sirianni (ma anche chi non lo segue!), insomma, non può lasciarsi sfuggire questo agilissimo suo primo – ma lui assicura che sarà anche l’ultimo – libro, L’uomo equilibrista I. Vent’anni di musica sul filo. Un libro che non è un romanzo, ma una sorta di diario di questi oltre vent’anni di carriera. Ma forse la definizione di diario non è neppure la più corretta, perché Sirianni non segue nessun filo cronologico, piuttosto si lascia trasportare dal filo dei ricordi con continui sbalzi temporali. Proprio questo aspetto, però, rende lo scritto estremamente accattivante dal momento che ogni capitolo può essere letto poi sganciato dagli altri. Insomma, si può iniziare dal fondo o dall’inizio senza che il flusso diciamo “narratologico” ne risenta: “Così, come il marinaio insubordinato di Ulisse ha stappato l’otre dei venti, io ho aperto la cassapanca dei ricordi, le vecchie foto hanno cominciato a svolazzare per la stanza, la memoria s’è messa in movimento, sputacchiando qua e là frammenti di una vita piuttosto confusa che, a ripensarla ora, mi sembra parecchio distante o, addirittura, appartenente a qualcun altro”.

Da un punto di vista espressivo tende a prevalere il lato sarcastico e umoristico, quasi che Sirianni guardasse al suo passato (ma tutto sommato anche al presente) con una sorta di distacco. Il che gli permette anche di ricollocare alcune sue vicende umane e artistiche nella giusta prospettiva. È il caso, per esempio, del capitolo dedicato alla sua apparizione alla Premio Tenco nel 1993 (nella foto). Sirianni è in un letto d’ospedale “in seguito a quella che può definirsi “un’operazione del cazzo”, una fimosi, una sorta di circoncisione in età adulta”. Inaspettatamente riceve la notizia – da parte dell’amico giornalista Nino Pirito – che Amilcare Rambaldi lo invitava ad esibirsi come esordiente. La sera del 29 ottobre, Sirianni deve cantare dopo Roberto Vecchioni che apre la rassegna. È comprensibilmente agitato, per non dire impanicato. Vecchioni si dilunga. Sirianni è sempre più terrorizzato; si gira verso lo storico presentatore Antonio Silva e gli annuncia che non se ne fa niente, lui non sale sul palco: “Lui, esperto marpione della scena, fa un cenno a Luciano Barbieri, il capitano dell’Infermeria (l’Infermeria del Tenco è il luogo dove conservano gli alcolici). Poco dopo mi arriva come un dono divino una bottiglia di vodka ghiacciata. «Bevi – mi sprona Silva – vedrai che starai meglio.»”. Insomma, quando è il suo turno, il cantautore genovese, sale sul palco ben poco lucido, ma dopo un momento di esitazione in cui non ricorda assolutamente il testo del brano riesce a chiudere alla grande la sua performance: “Sono tornato in albergo che il cielo era già chiaro, stranito e contento, convinto che la riuscita dell’esibizione fosse solo merito di quell’ottimo litro di vodka. Ho passato alcuni anni, da quel momento, a pensarlo, rischiando il fegato e la vita. Comunque sono ancora qui. Bevo molto meno, ma in compenso scrivo e canto e suono molto meglio. In ogni caso, Vecchioni, se lo becco, lo denuncio per istigazione inconsapevole all’alcolismo”. Abbiamo voluto citare ampiamente questo capitolo per evidenziare, appunto, la capacità di Sirianni di alternare vari registri linguistici, così come utilizzare figure retoriche accanto a inserti “bassi” e colloquiali. Come detto, il tutto condito con una buona dose di ironia.

Non mancano, però anche passaggi decisamente più lirici e commossi. Penso in particolare agli splendidi capitoli dedicati alla figlia Sofia (nella foto). Oppure a quando rievoca l’incontro con Fabrizio De André all’Agnata in Sardegna. C’è, poi, molta Genova (ormai scomparsa) e molta Torino. C’è la Bulgaria e ci sono gli Stati Uniti. C'è il teatro (altra sua grande passione) e il circo.

Insomma, L’uomo equilibrista – proprio come il suo autore – è un libro che si fa ben volere, che si lascia leggere tutto d’un fiato o anche a piccoli sorsi. Come un buon vino rosso. Magari lasciando andare sul lettore, il cd che lo accompagna. Una manciata di vecchie canzoni di Sirianni a cui si lega la nuova splendida Ascoltami Signore.

Un altro ottimo motivo per non lasciarsi sfuggire L’uomo equilibrista I.

P.S: a proposito, il titolo del libro è un omaggio all’amatissimo Bob Dylan. Lasciamo ai lettori il gusto di scoprire tale citazione. 

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In dettaglio

  • Artista: Federico Sirianni
  • Editore: Miraggi Edizioni - Moov
  • Pagine: 96
  • Anno: 2014
  • Prezzo: 20.00 €

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