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Michele Sancisi

Il mondo di Nanni Svampa

La parola cantata spassosa, birichina, “pitturesca & saltimbanca” che si fa approccio semantico. A proprio agio nell’indossare abiti diversi. Magazzini della memoria, consapevolezza che esistono più sfaccettature della realtà. Percorsi ibridi. Nanni Svampa, cantastorie più che cantautore: “Ci sono quelli che dicono: ma perché non fate le canzoni come una volta? Ma io ho cantato la periferia quando Lambrate era periferia, adesso la periferia è l’hinterland e quello lo cantano i rapper. È cambiato il mondo. Non pretendo niente. Faccio il testimone di un patrimonio che voglio che resti ai giovani e non solo, come il latino, come la letteratura francese”. Michele Sancisi fa proprie queste parole. E ci descrive Nanni come un artista che ha saputo addentrarsi con originalità i diversi ambiti della forma-canzone. Abbinandoli a mutazioni urbanistiche, tavolozze di suoni e voci, passioni da mettere sul pentagramma. Parte da qui, il doveroso e caparbio frugare e curiosare nel vasto archivio di Svampa.

L’esito finale è questo volume che incuriosisce e che sale pagina dopo pagina. Surfeggiando fra il pubblico e il privato dell’artista, cogliendo ed evidenziando aspetti poco noti, talvolta trascurati e che solo ora vedono la luce. La spigliata narrazione si avvale di indelebili legami (l’autore ha collaborato con Nanni Svampa per il documentario Nanni 70 del regista Simone Del Vecchio, 2009) ed inoltre ha scritto altri libri dedicati ad artisti dai contrappesi simili (Nick Novecento, Walter Chiari, Marcello Marchesi, Mariangela Melato). A loro modo, tutti ambasciatori di ironie ed autorevolezze dalle “mille bollicine”. Perché come scrive Paolo Rossi (lui e Svampa insieme sul set di Kamikazen di Gabriele Salvatores) nella prefazione hanno lasciato il segno miscelando recitazione, messa in scena, canto: “Sono sempre stato attratto da queste figure popolari che recitavano e cantavano allo stesso tempo, cioè che quando recitavano sembrava che cantassero, quando cantavano sembrava che recitassero, data la forte carica interpretativa". La materia viva è questa e sta nel sapere modellare una varietà di espressioni stilistiche che sanno di vita reale, sapori sociologici ed è in grado di innestare nuovi equilibri. Nanni Svampa tra campagna, terre bagnate da laghi, città divenute metropoli. Dove praticare l’arte degli incontri. Il furoreggiare nell’alba del cabaret, i pizzicotti metaforici con I Gufi, l’invenzione del teatro-canzone (alla pari con Giorgio Gaber e l’essere un tutt’uno con Enzo Jannacci e Cochi e Renato), l’intuire raffinatezze e spigolosità di Georges Brassens tanto da tradurlo in milanese.

 

È un Nanni girovago quanto meticoloso e che tutto appunta. Magari preferendo al profumo dei fiori di Sanremo, l’odore acro delle sigarette senza filtro che si respira nelle cantine e nelle osterie. E che ammonisce: “Bisogna saperle raccontare”. Talking e performance scenica, mettersi alla prova come un biografo al lavoro tra i sottoscala e nelle smussature degli umori delle strade. Ambiti: jazz, rock, satira, belle tuse, esistenzialismo. Lo scorrere quotidiano di Porta Venezia a Milano e l’immaginario di Paris St.Germain che vanno a braccetto. Essere “complice” di uno tosto come Fausto Amodei, il marchio “gufico” attraverso il ’68, il presentarsi da socialista (quanto craxiano?) in una tornata elettorale (1987), le apparizioni televisive, la carriera solista, i vuoti da colmare. Che menziona gli “arancioni” del Macondo, l’essere sponsorizzato (di nuovo con I Gufi) ad Antenna 3 Lombardia. Mentre tra i Novanta e i primi anni del nuovo secolo, nuove cinghie di trasmissione: sempre più verso i più giovani, il desiderio di tramandare, lo scambio di opinioni con Davide Van De Sfroos, il gemellaggio con il Sud (lo spettacolo con Otello Profazio), la proficua collaborazione con il discografico Roy Tarrant (che aveva avuto anche a che fare con Beatles e Pink Floyd).

Il libro contiene un inserto fotografico in bianco e nero e a colori di oltre trenta pagine, si avvale delle postfazioni di Enrico de Angelis (che tra l’altro ricorda la consegna del “Premio Città di Loano per la musica tradizionale italiana” alla carriera, avvenuta nel 2012) e di Flavio Oreglio. Nel finale una discografia del Nostro dove non sfugge niente. Vinili, cd, dvd, antologie, collaborazioni (Milly, Franca Mazzola, Lino Patruno, La Crus, Claudio Sanfilippo, Morgan, Giangilberto Monti, Teka P, Duperdu, I Barlafus ecc.).
Nanni Svampa ci ha lasciati il 26 agosto 2017 e con lui se ne è andò la Prima Repubblica della Cab-Canzone.

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In dettaglio

  • Artista: Michele Sancisi
  • Editore: Sagoma
  • Pagine: 304
  • Anno: 2022
  • Prezzo: 20.00 €

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