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a cura di Guido Harari e Franz Di Cioccio

Fabrizio De André & PFM – Evaporati in una nuvola rock

Il sottotitolo di questo splendido libro pieno di fotografie imperdibili, racconti, note di viaggio, storie inedite, testimonianze importanti, è “Il diario ufficiale della leggendaria tournée”. Che poi è quella del 1979, immortalata da un doppio cd dal vivo (tra l’altro recentemente rimasterizzato e proposto in un packaging senz’altro migliore rispetto a quello originale), una tournée che cadeva in un periodo difficile dal punto di vista sociale e politico. Ed il libro non è reticente su questo tema e racconta anche dell’approccio a volte ostile di una parte del pubblico, in particolare nel concerto di Roma. Una tournée che dimostrò come fosse possibile che le canzoni di un mostro sacro, ma nascosto, come Fabrizio De André, potessero essere “stravolte”, portate a nuova vita, mostrate con un volto differente da quello noto ma ugualmente affascinante. Una tournèe che dimostrò quanto un gruppo “tosto e potente” come la PFM potesse comunicare emozioni non solo attraverso la già nota e riconosciuta abilità strumentale ma anche attraverso l’esaltazione della parola attraverso la musica. Guido Harari è stato colui che ha avuto l’idea di questo libro ed ha acceso la miccia nel corso del concerto tenuto al Saschall di Firenze, nel gennaio del 2004, per ricordare i venticinque anni quella tournée (eche vide la presenza, tra gli altri, oltre che della PFM, di Vittorio De Scalzi dei New Trolls accompagnato da Mauro Pagani). Franz Di Cioccio è stato colui che, invece, in una sera di agosto del 1978, dopo un concerto PFM a Nuoro, fece quella proposta “indecente” a De André che divenne, dopo molte titubanze, una realtà artistica inarrivabile. Di Cioccio suonò la batteria in quel tour (era ed è il suo mestiere). Harari scattò foto e generò memorie (era ed è la sua passione). E quasi cinque anni fa entrambi decisero che quel tour doveva essere riportato alla memoria del grande pubblico, di tutti coloro che amano Faber, e che apprezzano la PFM e che avrebbero dovuto essere i medium attraverso i quali le memorie sarebbero riaffiorate: “quel tempo” avrebbe bussato nuovamente alle nostre porte, quelle immagini e quei suoni sarebbero dovuti ritornare a riempire non tanto i nostri ricordi ma ad alimentare l’esigenza del “sogno” che ciascuno porta dentro di sé.

Le testimonianze proposte dal libro rappresentano l’immagine di un periodo storico ben preciso, artistico e sociale, mentre le fotografie conducono il lettore sui palchi, nei backstage, nel corso delle prove, nei momenti di pausa, ad osservare il pathos dell’esibizione ed i momenti di “fuori scena” con immagini oggi impensabili (basti pensare alla famosa fotografia del “cantautore assopito col culo esposto a un radiatore…”). Per finire ricordiamo che in quel tour tutti avevano un nome d’arte mutuato dal tema della tribù indiana quale loro si sentivano d’essere. Di Cioccio era Due Orsi, probabilmente per la sua riconosciuta tenacia che lo rendeva forte in maniera esagerata. Harari, invece, non aveva ricevuto un soprannome ma, guardando le sue splendide fotografie, forse avrebbe potuto essere chiamato Dito scattante oppure Sguardo penetrante. Quello sguardo che attraversa il tempo, che supera il rimpianto per riportare, qui ed oggi, tutta la magia di quei giorni.

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In dettaglio

  • Artista: a cura di Guido Harari e Franz Di Cioccio
  • Editore: Chiarelettere
  • Pagine: 240
  • Anno: 2008

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