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Franz Di Cioccio

Due volte nella vita

Un libro, “Due volte nella vita”, scritto in maniera torrenziale, elettrica, febbricitante, appassionata così come è nel carattere del suo autore, Franz Di Cioccio, abruzzese tenace, musicista positivamente bulimico, memoria ferrea e…Commendatore della Repubblica. Di Cioccio è uno dei “soci fondatori” di quella straordinaria macchina musicale chiamata Premiata Forneria Marconi, da sempre PFM, che ha attraversato, partendo dall’esperienza de I Quelli, oltre quarant’anni di musica italiana. Vi sono vari momenti esilaranti nel libro quali, ad esempio, la descrizione dell’incontro con Franco Mussida, la scintilla che diede vita al gruppo beat de I Quelli dalla cui esperienza germinò, appunto, la PFM oppure quello dedicato al tentativo di cambiare look o alla ricerca di mangiare in maniera decente in Gran Bretagna ed in U.S.A.. Quello che colpisce dal racconto degli anni trascorsi a macinare note e chilometri è, comunque, la passione per un mestiere duro ma affascinante, la curiosità per i luoghi visitati e le circostanze vissute, la gioia di essere un gruppo, una sorta di gang affiatata e compatta, a cui a ciascuno era affidato un compito ed anche gli inevitabili confronti/scontri sui percorsi musicali come sulle banalità del quotidiano. Ma, alla fine d’ogni eventuale “battaglia” a vincere era la grande voglia di fare musica e sempre ad alto livello.

Interessante è leggere le pagine dedicate all’esperienza fatta con l’etichetta Manticore di Emerson, Lake & Palmer, con le differenze scaturite nel confronto con la professionalità britannica, ma anche con una modalità di fare business fuori dagli schemi dei componenti del gruppo. Ed anche l’esperienza americana non sfugge all’occhio critico dell’autore del libro che la descrive in maniera positiva dal punto di vista professionale ma, al contempo, ne illumina tutte le negatività, ora ben note, della società a stelle e strisce. Pur non avendo mai avuto la PFM una collocazione politica precisa e rigorosa (e negli anni ’70 ciò era rischioso..) i suoi componenti vivevamo con i piedi ben radicati in quell’humus sociale di cui la musica era una delle forze più suggestive per la sua capacità di aggregare le persone e liberarle interiormente grazie alle sensazioni che la musica, quella nuova musica, trasmetteva.

C’è da sottolineare che, pur con l’entusiasmo diffuso a piene mani tra le pagine del libro, il saggio/racconto non descrive un quadretto agiografico di una “progressiverockband” sempre tesa al successo, ma segue il percorso di un gruppo di persone, dotate di passione e necessario talento, che attraversano un’esperienza di vita straordinaria e, possiamo dire, inimitabile. Un’esperienza che ha reso possibile ad una band italiana di mostrare, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti d’America, che era possibile essere allo stesso livello di gruppi più blasonati e sostenuti da potenti management e marketing.

E’ bene segnalare che nel libro gli album della PFM non sono analizzati, vivisezionati, visti al microscopio, ma di loro viene data una rapida citazione la lista dei brani, degli autori, nonché della formazione impegnata nelle varie registrazioni e nulla più. Ed in questo pauperismo di note e memorie, Di Cioccio, forse, si tradisce perchè pare di capire che l’aspetto più importante per lui, come autore e protagonista dei fatti citati nel libro, al di là dell’aspetto musicale, al centro di tutto c’è il rapporto umano, c’è la relazione che scaturisce da un’incontro come una scintilla che si accende tra due o più persone e diventa, nel tempo, un percorso in comune che viene messo a disposizione di chi apprezza un certo lavoro. E che si tratti di musica è importante per il numero di persone che si riesce a coinvolgere e ad entusiasmare. Ma è solo una delle tante possibilità che questo pirotecnico artista aveva a sua disposizione. Magari, se avesse fatto il sarto oppure il pittore…

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In dettaglio

  • Artista: Franz Di Cioccio
  • Editore: Aereostella
  • Pagine: 212
  • Anno: 2009