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Giuvazza

Questa volta ci metto anche la voce.

Incontriamo telefonicamente Giuvazza (all’anagrafe Giovanni Maggiore), trentenne torinese dal 2011 a fianco di Eugenio Finardi come chitarrista, arrangiatore e, dall’ultimo album di inediti, anche produttore, in occasione della recente uscita del suo primo album come cantautore, Nudisti al sole. La simpatia e la disponibilità che lo distinguono hanno fatto sì che ne sia risultata una piacevolissima e interessante chiacchierata, che qui riportiamo in esclusiva su L’Isola.

In questo tuo primo disco ti metti a nudo, citando un po’ il titolo, con ironia e consapevolezza. Ma chi è davvero Giuvazza?
Una persona che non si è mai prefissata un obiettivo unico. Nel mio percorso da chitarrista ho avuto la possibilità di fare molte esperienze arricchenti e, pian piano, sono nate altre urgenze, nuovi stimoli. Il viaggio è appena cominciato perché questo disco nasce dall’esigenza personale di mettersi in gioco, a nudo, mettendoci la faccia - cosa che, fino a poco tempo fa, non immaginavo di voler fare. Amo giocare con la musica e ho voluto provare a farlo con un linguaggio in più, quello della parola.

Con questo lavoro scopriamo per la prima volta la tua voce, oltre a quella del tuo strumento, la chitarra, a cui siamo da tempo già affezionati. Ed è stata una bella sorpresa, diciamolo subito.
Ti Ringrazio e credo di aver fatto, dal mio punto di vista, un atto di coraggio mettendoci la voce, strumento che non avevo ancora usato in musica. Nel lavoro con Eugenio (Finardi n.d.r.) ma non solo, sono rimasto affascinato dalla visione d’insieme. Un certo tipo di virtuosismo, che, in altre epoche musicali, era legato alla performance solista, adesso mi piace ricercarlo in una visione di insieme: la mia voce che racconta le storie che ho scritto è un elemento imprescindibile dell’insieme.

Questo è un disco che trasmette buonumore, ottimismo e una certa apparente “leggerezza” positiva. Quanto ti sei divertito a realizzarlo?
E’ stato un bel percorso, anche se piuttosto lungo: questo è un album figlio di diverse stagioni. La scrittura non è stata tutta d’un fiato, ci sono brani che ho scritto qualche anno fa che hanno cambiato pelle diverse volte e vissuto tante vite. Una cosa che ho sperimentato nell’arrangiare queste canzoni è che non bisogna affezionarsi ad una prima idea per non privarsi di nuove ispirazioni che possono sorprenderci strada facendo. È stato quindi un lavoro in due fasi: la prima, che non aveva ancora una finalità certa ma rispondeva al bisogno del momento di scrivere canzoni, e la seconda che è stata quella di raccogliere questi brani in un album.

Nudisti al sole è uscito solo in digitale e in vinile con una splendida copertina coloratissima. Perché questa scelta esclusiva del supporto fisico?
La scelta del vinile è nata dal ritorno sul mercato di un supporto audio a cui sono da sempre molto legato: amo comprare dischi in vinile, respirarne l’odore della stampa e osservarne i dettagli. È un oggetto affascinante e sono contento che sia arrivato anche all’interesse delle nuove generazioni.
Questa scelta inoltre ha permesso allo Studio Convertino & Designers di Milano di creare intorno alla mia musica un immaginario ricco di suggestioni che vanno oltre il significato delle canzoni e che abbiamo deciso di omaggiare nel videoclip del secondo singolo: “Aspirine” (https://www.youtube.com/watch?v=Fk0lMruA9ls ).

Riguardo al carisma di Eugenio Finardi: come vi siete incontrati e come avete iniziato a collaborare, e che influenza ha avuto nella tua evoluzione?
Ci siamo conosciuti alla fine del 2010. Eugenio stava cercando dei musicisti nella zona di Torino per la nuova band ed io mi sono presentato all’audizione con due Gibson Les Paul, non sapendo che lui le amava molto. L’audizione è andata bene e mi ha ingaggiato; da lì il rapporto è stato in divenire. All’inizio come “turnista”, poi ci siamo trovarti a gettare insieme le prime idee per l’album Sessanta e, successivamente, ho sentito l’esigenza di proporgli un nuovo disco di inediti dopo quasi vent’anni anni. Ero come il bambino che tira un po’ la corda ma in maniera discreta, da piemontese “inside” quale sono, ed è stato evidentemente il giusto modo perchè è nato Fibrillante. Sicuramente da quel momento tra noi si è creato un rapporto molto più complice, sia dal punto di vista musicale che da quello affettivo. Ne è una prova la sua partecipazione a questo mio lavoro. Nudisti al sole è nato a sua insaputa, lui non aveva ancora ascoltato nulla quando gli ho chiesto di cantare Ti stai cercando. Eugenio l’ha cantata, si è entusiasmato e mi ha chiesto se avevo piacere di fare questa cosa insieme, con lui nelle vesti di editore. Come potevo dire no! Eugenio è un mentore per il suo carisma e la sua sensibilità nel sentire la musica e nel trattare le persone. Dà grande valore e spazio ai musicisti, dai quali riesce a tirare fuori il meglio.

In alcuni momenti il tuo modo di cantare pare ispirarsi a quello di Ivan Graziani. Non lo diciamo solo noi, l’hanno notato anche altri, lo stesso Finardi ad esempio. 
E’ un complimento a cui non voglio rinunciare!  Ho scoperto Ivan Graziani nel 1994 quando si presentò a Sanremo con “Maledette malelingue”, io ero piccolissimo e rimasi subito colpito dal suo personaggio: Ivan Graziani era un chitarrista fantastico e un grande autore di canzoni quindi l’accostamento a lui mi onora.

I musicisti che suonano nel disco sono poi i tuoi “compagni di band” a fianco di Eugenio. Come siete arrivati a questa collaborazione?
Quando ho registrato i primi provini eravamo spesso in viaggio insieme e ho cominciato a condividerli con loro ricevendo dei feedback belli ed incoraggianti. E’ stato naturale, anche se non scontato, averli con me in questa nuova avventura: questo gruppo di lavoro è un po’ come una famiglia e ci tengo a menzionarli: Marco Martinetto, Claudio Arfinengo, Marco Lamagna e Maximilian Agostini. A onor del vero questo album è figlio delle esperienze fatte con Eugenio e con la band, ma non solo, è stato influenzato sicuramente anche dal lavoro fatto con altri artisti, come Levante ad esempio.

Foto di Valeria Bissacco

 

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