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Massimo Schiavon

Il colore dell'anima? È il blu

Incontriamo Massimo Schiavon di passaggio a Roma per presentare il suo secondo lavoro, ‘Piccolo Blu’ e prima della sua partecipazione a "Parabiago d'Autore", seconda data di una rassegna legata alla musica d'autore e che il 13 aprile lo vedrà dividere il palco con Fabrizio Casalino. Un disco semplicemente bello, di grande intensità melodica e suonato da artisti di prim'ordine. Qui, lontano dalla sua Liguria, ci racconta quanto mare e quante anime ci sono nella sua musica. 

 

Ciò che mi ha colpito subito nel tuo disco è l'aspetto melodico, certamente uno degli elementi più intensi delle canzoni.

Ci siamo accorti, nella scelta dei brani, che era necessario attuare una scelta musicale rigorosa in sintonia con le tematiche testuali. Soprattutto da un punto di vista melodico. La scelta delle linee melodiche e del conseguente sviluppo armonico risulta determinante per un progetto che vuole essere diretto e parlare diritto al cuore. Tanto è vero che poi c'è un brano strumentale, che secondo me è il cuore del disco, che è Il sorriso, che di fatto è messo lì a testimonianza di questa coerenza, e che poi è quello che tu hai colto nell'ascolto. Di conseguenza anche gli arrangiamenti sono stati rivisti in questa ottica. Per esempio, la scelta di un pianoforte "pittorico" come quello di Roman Gomez, o la scelta di utilizzare solamente un arco dal punto di vista armonico, in particolare il violoncello, sapientemente suonato da Giacomo Grandi, sono scelte funzionali a garantire la giusta dimensione d'ascolto per un disco che guarda all'essenza dell'animo umano. Quindi niente tastiere, ma per esempio l'arte che trasuda dalle note di Mike Applebaum alla tromba o la magia del contrabbasso di Marco Siniscalco.

 

Vero è che ci sono grandi musicisti in questo album, oltre a quelli che hai appena citato...

Sì, davvero c'è solo l'imbarazzo della scelta. Pensa anche agli arrangiamenti di Fabrizio Guarino, la batteria di Cristiano Micalizzi o il violino di Marcello Sirignano. Il punto è stato garantire ad ognuno di poter esprimere la propria anima dentro il disco con perfetto spirito acustico, con eleganza e riferimenti classici. Quando mi sono reso conto che i musicisti si emozionavano in questo percorso, ho capito che probabilmente poteva essere la via giusta. Così è venuto fuori un disco in cui i "temi" musicali sono protagonisti. E da lì poi è stato facile raccontare delle cose. Infatti alcune storie sono nate dopo. Per esempio Blu – che poi è proprio la canzone-manifesto – sembra assurdo ma l'ho scritta alla fine; ma forse era inevitabile... Lì il cerchio si è chiuso e magicamente mi sono ritrovato bimbo: quello raffigurato nel booklet, infatti, sono io da piccolo; con parecchi capelli in più, ma insomma...

 

Peraltro è un booklet particolarmente curato, con una bellissima grafica, raffinato. Come è nato?

La grafica è della stessa persona che ha curato la realizzazione del video, Scendi piano, e che canta anche nel disco: Marta Delfino. Non è una cantante di professione o solo una web designer, ma una personalità artistica poliedrica. Ecco, anche per la voce non ho voluto una cantante, una che avesse dei vibrati... non sarebbe stato in sintonia con quello che avevo in mente; volevo proprio una voce semplice, istintiva, che fosse certo molto intonata ma essenziale, che sottolineasse alcune frasi. Infatti se hai notato ci sono dei "micropunti" dove - come per esempio in Fiammetta -  si sottolineano giusto due o tre parole, ma che apportino al brano un significato preciso. Quindi questo, in sintesi, è il discorso musicale che è alla base del lavoro. Infatti in Blu, che come dicevo per assurdo ho scritto per ultima, ci sono i ricordi della mia casa d'infanzia, le finestre sul mare, mia madre, il violino che non ho mai suonato ma che era sempre lì appeso, quasi a monito... questo è il mio mondo. E da lì mi sono accorto di una cosa: che quando ho terminato questo viaggio ideale all'interno di me stesso, in realtà veniva fuori l'anima ligure, che quasi per magia si proietta verso lo spazio infinito: il mare. A questo punto chi meglio di un grande maestro come Armando Corsi, genovese doc, con cui ho l'onore di suonare spesso anche dal vivo, per descrivere musicalmente questa tensione? Blu è una canzone che ti porta dalle rive del nostro mare alla piazza di Buenos Aires, dai miei parenti argentini a testimonianza del nostro legame culturale inscindibile con il Sudamerica. Ecco la trasformazione, dal viaggio interiore a quello attraverso il mare – transoceanico – in bilico tra Genova e i pirati saraceni.

E poi c'è stato questo incontro con Enzo Jannacci, che è stato uno dei grandi regali della vita. Ci siamo conosciuti anni fa, quando venne a Laigueglia alla rassegna "Queste piazze davanti al mare" per la quale mi occupo della direzione artistica. Abbiamo iniziato a frequentarci, siamo diventati amici; in realtà sono sempre stato incantato dalla figura umana e artistica del Dott. Jannacci e una sera mentre si parlava di tutt'altro, complici anche alcuni amici che gli avevano "propinato" le mie canzoni, Enzo mi invita al pianoforte di casa sua e mi affida, tra il mio comprensibile stupore e la mia gioia, il brano I passi di una donna. Enzo mi disse che trovava "un comune sentire" nella semplicità e onestà di alcuni miei brani e alcune sue canzoni. In particolare Fiammetta lo riportava alla sua Vincenzina e la fabbrica. Puoi immaginare l'agitazione che si impossessò della mia mente nel vedersi affidare un inedito da un mostro sacro per uno come me che da bambino ha ascoltato, "rubandoli" al padre come primi 45 giri Il pescatore di Fabrizio de André e  Vengo anch'io no tu no di Jannacci! Ho toccato il cielo con un dito.

 

Sul versante dei testi, ho notato un atteggiamento spesso introspettivo. Un brano particolarmente esplicito è La voce dell'anima che ha versi come "sul crinale dell'inconscio" e "anticamera della pazzia". Ma invero in tutto l'album descrivi varie "interiorità", con toni a volte anche drammatici. Sembri prestare molta attenzione alle profondità delle altre persone...

È un discorso di sensibilità, di luce interiore. Nella mia esistenza non ho mai amato le persone che si fanno forti con i deboli e che scodinzolano al tavolo dei potenti di turno. Preferisco dare voce alla solitudine e alla precarietà di un'operaia come Fiammetta, in un brano che secondo me è molto attuale. Oppure avvicinarmi agli angeli di Senza ali, cioè a tutte quelle persone meno fortunate che non siamo più in grado di vedere, ma che spesso ci sono vicine nei momenti di difficoltà. Non è solo un discorso di emarginazione a livello economico, ma anche di un mondo che si concentra troppo sulle "tendenze", sulle apparenze piuttosto che sulla delicatezza e il linguaggio del cuore. Il tutto, poi, è legato da quel discorso pittorico che inizia dalle linee melodiche, ma che poi inevitabilmente si espande all'ispirazione delle parole come appunto ne Il volo di Chagall o in E magari sì...

 

Ecco, mi piacerebbe approfondire con te il discorso pittorico. Di citazioni ce ne sono tante: Magritte, Mirò, Lautrec, Dalì, Chagall, appunto. A me è venuto anche da pensare a Modugno, a Nel blu dipinto di blu. Che ruolo ha la pittura nel tuo disco?

Ne Il volo di Chagall viene tracciata una sottile linea blu che unisce il celebre dipinto con "spiaggia di Paraggi/nelle notte della neve" e con la malinconia del refrain tratto dalla celebre Never let me go cantata da Dylan Joan Baez. Paraggi è una minuscola baia sita qualche curva prima di Portofino. A quella insenatura il grande Faber trasse una forte vena di ispirazione per uno dei suoi capolavori Creuza de ma Alcuni anni fa, l'11 gennaio, proprio per ricordare la scomparsa di Fabrizio de Andrè, decisi di recarmi di notte su quella spiaggia meravigliosa accompagnato dalle sue indimenticabili canzoni. La cosa pazzesca fu che durante quel viaggio incominciò a nevicare, tutto divenne di colpo magico, uno scenario notturno mozzafiato dove le varie gradazioni dei colori freddi a fondo blu rendevano il cielo, il mare e le chiazze di neve sulla spiaggia e sui pini marittimi una tavolozza naturale incantevole. Ne tornai arricchito, che canticchiavo il brano oramai solo da fissare sulla carta.

 

È interessante il paragone con la pittura: il colore blu per te non corrisponde, come ad esempio per Picasso, alla descrizione di uno stato d'animo. Tu dici che blu è il colore dell'anima. Sono due accezioni completamente diverse rispetto al colore…

Assolutamente sì, per me questo è un elemento molto importante per la scrittura dei miei brani. Mi sono accorto che questo dettaglio cromatico poteva funzionare da collante nel descrivere le mie emozioni. Non un semplice stato d'animo, quindi; l'anima, infatti, io l'ho sempre percepita tendente al blu, un blu tenue. Ciò mi accade da sempre, ad esempio quando sento suonare un pianoforte e sento delle melodie immediate come quelle di alcuni capolavori di Sergio Endrigo... le associo istintivamente al blu, anzi, per me suonano blu. Il colore rosso suona diversamente; per il colore rosso o giallo mi sovviene alla mente un ambiente più percussivo, ritmico latino tipo bossanova. Quindi a seconda dei colori che le melodie mi inducono, mi ritrovo a utilizzare strumenti e arrangiamenti totalmente diversi per raccontare le mie storie.

 

È tutto molto coerente…

Esatto. In Scendi piano, che è uno dei brani più "blu" del disco, si affronta il tema del Natale, un Natale laico ma denso di spiritualità, diverso da quello consumistico a cui siamo abituati. È la storia di un fiocco di neve che rotola per il cielo fino a sciogliersi tra le mani di un bimbo che, stupito, s'addentra nella magia del Natale per le strade di un paesino fantastico popolato solo da bimbi e musicisti di strada. Per questo brano è stato realizzato un cartone animato  che chiaramente è stato realizzato tutto con il colore blu e le sue sfumature. Tutto torna.

 

Si coglie anche il tuo background musicale, molto legato alla canzone d'autore italiana...

Provengo da questo ambiente dove sono cresciuto formando i miei ascolti di riferimento e con la fortuna di frequentare e in svariate occasioni di condividere il palco con artisti del calibro di Bruno Lauzi, Sergio Endrigo, Edoardo De Angelis (nella foto), Armando Corsi, Enzo Jannacci per citarne alcuni. Ho avuto la fortuna di respirare questa magica atmosfera. Tutto parte da lì.

 

Si tratta quindi di una nuova creazione che ha radici importanti, e forse per questo riesce nell'intento di parlare direttamente al cuore.

Se è vero, se arriva, io sono felice. Per me l'unica cosa importante è scrivere qualcosa che arrivi davvero al cuore della gente. Se non arriva, vuol dire che ho sbagliato qualcosa. È banale magari quello che dico, ma scrivere forse delle belle canzoni, da un punto di vista stilistico o in nome di una ipotetica tendenza del momento, non credo sia sufficiente. Sintetizzerei questo concetto con una frase di Vittorio De Scalzi che suona più o meno così: “... incomincio ad essere stufo di gente che canta l'elenco del telefono”. In questo lavoro ho cercato di rimanere in una dimensione strettamente emotiva. Partire da un violoncello, con un pianoforte... È una questione di sensibilità: in questi ultimi venti anni abbiamo perso la capacità di parlarci, guardandoci diritti negli occhi, di dire quello che pensiamo.

 

Vorrei finire parlando del tuo impegno civile come artista, e in particolare alla tua recente collaborazione con il Gaslini.

Per la mia musica l'impegno civile, inteso come possibilità di prestare la propria creatività a favore di cause solidali, è sempre stato un punto fondante. Per questo disco l'occasione si è presentata con il videoclip di Scendi piano (qui a fianco un frame del video, n.d.r), che è stato messo a disposizione della Onlus dell'ospedale pediatrico Gaslini di Genova all'interno di un progetto più ampio di raccolta fondi per uno scopo specifico, legato al sostegno della ricerca che questa meravigliosa istituzione porta avanti con risultati di eccellenza a livello internazionale. Si tratta di un progetto in continua evoluzione per promuovere questo messaggio solidale a favore dei bimbi meno fortunati, e questo ruolo di testimonial mi rende davvero orgoglioso e assorbirà buona parte della mia attività live.

 


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