ultime notizie

Due come noi è il nuovo ...

di Alberto Calandriello A 5 anni da “Le nuvole si spostano comunque” ed in attesa del suo terzo album, previsto per la prossima primavera, torna con un nuovo singolo Edoardo ...

Palasharp, Milano

Caparezza


Fin dall’entrata in scena è evidente che sarà uno show spaziale, in senso letterale e figurato: che sia “-scienza” o “-politica”, Caparezza gioca con ogni “fanta-“ immaginabile per graffitare a tratti colorati e deformanti una realtà italiana in tragico collasso. E di fatti l’esordio è con Vengo dalla Luna e Cacca nello Spazio, due brani-simbolo dell’universo di temi che il “Capa” afferra, scuote e ribalta con le raffiche di parole di ogni suo lucido delirio musicale.

Con il supporto dell’insospettato talento scenico di Diego Perrone (seconda voce) e di Gaetano Camporeale (tastiere), preziosissime spalle comiche e musicali, Caparezza congegna lo show sul filo di un canovaccio nel quale non mancano spassosi momenti cabarettistici, a raccordo di una scaletta che de-costruisce il suo ultimo concept album, “Le dimensioni del mio caos”, per rimontarlo in un pazzo ma coerente mosaico con i brani dei dischi precedenti. E in tutto questo manda in cortocircuito il vortice citazionista che infarcisce tutti i pezzi con momenti come la messa in scena alla “Mago di Oz” per Iodellavitanonhocapitouncazzo, il Capa-PacMan che introduce la videoludica Abiura di me, o il siparietto con Diego Perrone-Jolicoeur (la scimmietta del cartone “Dolce Remì”).

Musicalmente la band esegue e non esagera, ma valorizza gli arrangiamenti delle hit del passato (come la sezione ritmica “pestatissima” di Torna Catalessi). A raccogliere le ovazioni del pubblico sono però le instant classic Vieni a ballare in Puglia e Abiura di me, impreziosita da una trascinante coda elettronica. A chiudere l’adrenalinico e coinvolgente spettacolo, il tormentone Fuori dal tunnel e La rivoluzione del Sessintutto, che in pieno stile hard rock vede la spettacolare distruzione della Stratocaster che il Capa ha maneggiato per tutto il pezzo.

Spaziando tra i generi e i media, il “Capa” ricicla tutto per massimizzare il potenziale pacificamente eversivo della sua musica, che spara a zero su un’Italia grottesca, fatta di politici farneticanti, di patrimoni culturali sabotati, di mode standardizzanti e repressive, di razzismi dilaganti. Lo dice lui stesso: «io faccio politica pure quando respiro, questi argomenti mi fan sentire vivo in mezzo a troppi zombie da Resident Evil».

Share |

0 commenti


Iscriviti al sito o accedi per inserire un commento


In dettaglio

  • Data: 2008-10-15
  • Luogo: Palasharp, Milano
  • Artista: Caparezza

Altri articoli su Caparezza

Altri articoli di Paolo D'Alessandro