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Molfetta, Rispo-pub Sapemore

Tommaso La Notte

È uno di quei piccoli bistrot della costiera barese, luci arancio, chianche bianche, dove il mare lo senti ma non lo vedi, però è proprio dietro l’angolo. Un microfono e due casse in croce, messe male, sghembe, fra i tavolini ed il deposito, contro ogni principio di acustica. La sera è quella giusta, appena fresca ed educata, come l’ultima di agosto sa essere, quella in cui nascono gli amori, per intenderci, come canta Brunori. “Sapemore” si chiama questo delizioso cucinino strano che nel dialetto locale significa “sa di amore”, una espressione utilizzata per indicare quell’indescrivibile particolare sapore di buono che hanno le cose genuine di una volta.

E, quasi in perfetto orario, in mezzo ai fili di questo palco improvvisato, ancora fra le briciole delle bruschette alla stracciatella e pric o pràc, si presenta Tommaso La Notte, un furetto con i capelli rossi, chitarrone, una improbabile camicia nera con gigli ghiaccio assolutamente fuori contesto, forse neanche vent’anni. Con alle spalle già un piccolo progetto musicale, un EP di canzoni Nostalgia uscito nel 2019 coprodotto da Alex Grasso della Four Walls, e qualche importante apertura di concerti, fra Dente e Diodato, il giovanissimo cantautore di Giovinazzo ci presenta il suo nuovissimo progetto Pop notturno: otto canzoni “partorite tutte di notte” curate questa volta dal talent scout Marco Valente della Auand Family, già mentore di Erica Mou, che saranno pubblicate in streaming una canzone al mese fino all'inverno inoltrato.

È un universo minimo quello che anima il mondo musicale di Tommaso, che si tiene lontano, almeno in maniera diretta e frontale, dai gradi temi adolescenziali che circolano attorno alle verità sul senso del vivere. Sono le immagini piccoline, intime, quotidiane, personali ed appunto per questo di tutti, universali ad abitare le sue canzoni. Le lacrime per un treno qualsiasi che parte, la tenera bellezza di una foto fuori fuoco, i graffi sulla lingua, lo strazio del ricordo di una voce che canta sotto la doccia, il ritrovarsi insieme nei versi di un poeta, la felicità delle capriole dei bimbi. Le sue canzoni hanno struttura musicale che appare semplice, immediata, però è costruita bene, con mestiere si direbbe: ha quella particolare capacità nell’impostare il crescendo musicale che accompagna il mood del testo e ne segue il suono delle parole, accarezzandole, che riesce a stamparti in testa il ritornello fino alla mattina dopo. Ed è questa probabilmente la sua maggiore virtù, che lo accomuna a pochi altri dell’universo indie a cui anche la piattaforma Spotify ha deciso di collocarlo.

Ciò che manca probabilmente, ma è solo questione di tempo ed esperienza, è una ricerca più accurata di un tappeto musicale che sappia dare alle sue canzoni un sound più ricco e profumato di spezie aromatiche, anche per rendere il groove un po’ più rotondo. E ci piace pensare che questa esigenza sia anche condivisa dal gruppo che questa sera lo sta accompagnando (Nunzio Campanale alla chitarra elettrica, Molla alla batteria e lo stesso Marco Valente al basso), vista la bellissima coda rock del pezzo Passano i treni ed una rischiosa e personalissima versione folk di Amara terra mia.

Tommaso La Notte poi ne ha un’altra di qualità importante, che in un giovanissimo è anche difficile riscontrare, ovvero il rispetto per il pubblico. Ascolta, non si risparmia, si concede anche con i pezzi da solo (delicatissima la sua Nostalgia suonata unplugged su richiesta fuori scaletta), ti propone le sue cover, che poi sono delle dichiarazioni d’intenti, si vergogna quasi a dirti che conosce gli autori, le loro storie, gli artisti, i poeti e che leggi i libri, da cui si ispira, e che ti consiglia, per timore di sembrare diverso da quello che è, cioè costruito.

E ci riesce, perché alla fine del concerto ciò che ti rimane, è quella sensazione, quell’indescrivibile particolare sapore di buono che hanno le cose genuine di una volta.
Che sapevano di amore.
Ed intanto, è già settembre.

 

 

 

 

 

 

 
Foto e report di Domi Bufi

Scaletta:
01. La fine del capitalismo
02. Shampoo alla Camomilla
03. COVER - E la Luna bussò / Bongo Bong
04. Vita in pausa
05. Non mi piaci tu
06. COVER – Ma che freddo fa / Musica leggerissima
07. Passano i treni
08. Piedi al muro
09. COVER – Amara terra mia
10. Una poesia di Montale (chitarra solo)
11. COVER – Dentro la tasca di un qualunque mattino
12. Siamo arte
13. Ballano le lucciole
bis
14. La fine del capitalismo
Fuori scaletta: Nostalgia

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In dettaglio

  • Data: 2021-08-31
  • Luogo: Molfetta, Rispo-pub Sapemore
  • Artista: Tommaso La Notte

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