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Teatro romano, Fiesole

Ginevra Di Marco e Cristina Donà

Cristina Donà e Ginevra Di Marco in concerto: vento di passione e stelle buone sul teatro romano di Fiesole.

Fai fatica a salire a Fiesole, da Firenze. Lì su, in collina, c’è un solo bus che ti porta e dopo una serie di curve, arrivi nella piazza centrale. A 100 mt, però, tenendo sempre la sinistra, dopo pochi passi sbuchi in uno scenario che poche volte hai visto nella vita. La sera fiesolana, quella di D’annunzio, si incastra in un teatro romano che scende a picco, tra le fronde, dove la Luna è prossima a le soglie cerule e par che innanzi a sé distenda un velo. A prendere posto, sui gradoni antichi e scomodi, dotati di cuscinetto, un pubblico educato e attento che ha assistito, mercoledì 3 luglio, alla seconda data del tour di Ginevra Di Marco (giocatrice in casa, a Firenze) e Cristina Donà; tour nato da una lunga collaborazione, da una voglia di condivisione di esperienze canore e di vita e da alcune date sperimentate insieme nell’estate dello scorso anno, quasi per gioco. "Siamo partite con l'idea di fare qualche concerto insieme convinte che condividere il palco sarebbe stato abbastanza, e così per cominciare abbiamo fatto due concerti durante la scorsa estate. Ma quei concerti sono stati magici, più belli di quanto potessimo immaginare. Da lì la spinta ad andare oltre, e la decisione di "fermare" questa comunione artistica e umana con un intero tour e un disco."

Sono arrivate sulla scena insieme, a passi lunghi ed entrambe in nero d’ordinanza. Piedi scalzi per la Di Marco, chitarra acustica a tracolla per la Donà, una chitarra bionda, bionda come Ginevra, in un gioco di colori ribaltato. La scena fa immediatamente Bum quando due giganti come loro, avvezze al palco, amiche e colleghe da anni e donne con un sacco di cose da dire, iniziano a cantare. Lo capisci dalla grana della voce, dai modi sicuri, dalla chiarezza delle intenzioni che dietro ogni canzone c’è. Dalle mani e dalle braccia aperte, pronte ad acchiappare tutti, spettatori e musicisti nel vortice della musica e delle parole, tante, scandite chiare. Questo era già noto, sia ben chiaro, ma moltiplicare per due tutto l’elenco suddetto per quasi due ore e mezza di spettacolo provoca le vertigini.



Il Canto d’accoglienza di Ginevra e Nel mio giardino della Donà, cantate insieme, a due voci, a parti scambiate, come per quasi tutto il concerto, sono solo l’inizio di una serata che lascia poco tempo al pensiero. Si procede veloci: repertori di entrambe, mescolati a canzoni del nuovo album e grandi classici attraversano le campagne fiesolane fustigate da un vento fortissimo che lascia volare spartiti, capelli, teloni del palco ma che non lenisce di un grammo la forza delle due. Camminare e Confini sono le due tracce successive: la prima, cifra del nuovo percorso e invito all’andare per tutti, da soli, in compagnia, verso la vita, la bellezza, verso la riscoperta di sé; la seconda, scritta da Francesco Gazzé (come anche la brillante In un soffio), fratello del più celebre Max, sul tema attualissimo dei migranti, per lanciare un messaggio di pace universale. Da lì, la stura a un passo indietro: Io sì, di Tenco, a due parti invertite, bellissima; La rosa enflorece, già proposta dalla Di Marco in passato, Del Mondo, brano dei CCCP e Amandoti, la cui paternità, rivendicata a gran voce sul palco, è di Francesco Magnelli, tastierista e compagno nella vita di Ginevra.

Di colpo si placa anche il vento. Il mondo si ferma. Si fermano gli orologi, le fronde e anche la sera fiesolana che prima ululava si blocca: Cristina Donà, voce e chitarra canta Universo. Squarcia la tela, invita il pubblico a intervenire sul ritornello, ci attacca in coda  Across the Universe  e scompare nel buio, lasciando il palco a Ginevra che non riattiva di certo né gli orologi, né le fronde, né il vento, ma canta fiera, fortissima e dolcissima Canzone arrabbiata.

Il pubblico ha ancora spazio negli occhi per non contenere l’emozione di Tregua e Stelle buone, e per assaggiare Perpendicolare e J, nuove tracce scritte dalle due e dedicate ai rispettivi figli e inserite in questo nuovo disco che in copertina ha due D maiuscole, come i loro sorrisi larghi, come l’iniziale di donna, come la forza per cambiare le cose che esplode anche in chiusura di concerto con Todo cambia.

Si vola via, quasi letteralmente, tra lampi che illuminano la notte e una sensazione di benessere diffusa.

Un passo alla volta.

 

Foto di Antonio Viscido

 

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In dettaglio

  • Data: 2019-07-03
  • Luogo: Teatro romano, Fiesole
  • Artista: Ginevra Di Marco e Cristina Donà

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