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Roma, Sala Studio Borgna Auditorium Parco della Musica

Canio Loguercio e Alessandro D'Alessandro


Ci vogliono sempre santi e maronne a cui votarsi. Anche solo per dissacrarli. In Canti, ballate e ipocondrie d'ammore di Canio Loguercio e Alessandro D'Alessandro questi aleggiano sempre sulla bocca dell'io cantore, e il duo li passa in rassegna in un concerto che si avvicina parecchio a una gigantesca preghiera collettiva.  

Ci vogliono sempre santi e maronne a cui votarsi, anche solo per trasformali in fantocci colorati in cui specchiarsi. Lo spettacolo, festa postuma per la vittoria della Targa Tenco 2017 per l'album in dialetto (edito da Squilibri), procede sin da subito su una via spirituale. Spirito come ‘soffio’, dato il particolare modo di cantare di Loguercio; spirito come ‘invisibile’, come le anime invocate (De André, Tenco, Dalla, Neil Armstrong); spirito come ‘goliardia’, racchiusa nei nomignoli ecclesiastici dati ai musici; spirito come ‘clericale’, come qualcosa che riguarda la sorte.

La malasorte, in particolare. In scaletta ci sono canzoni d’amore non idealizzato, magari neanche vissuto proprio per paura di perderlo. Accompagnato da una band portentosa (Giovanna Famulari violoncello e pianoforte, Cristiano Califano chitarre e basso, Giuseppe ‘Spedino’ Moffa chitarre zampogna e basso, Massimo Cusato percussioni e batteria), l’architetto di Campomaggiore si dondola atavicamente tra i momenti avvelenati, dannati, avariati del sentimento amoroso. Le litanìe sono il fondale, la musica la flora: Loguercio si accomoda appena fuori dal solco della tradizione napoletana e del teatro-canzone, appena fuori dal rock, a un passo dal tango, appena dentro il folk nella sua accezione meno rassicurante, con un animo fondamentalmente punk. Questa musica così ispirata raggiunge lo splendore massimo grazie all'organetto di Alessandro D'Alessandro, capace di trasformare uno strumento popolare in una sentenza, un dettame ritmico, sintattico, sintetico. È l'elemento primario, l'organon, lo ‘strumento’, o più praticamente un arnese che si nutre di vento, o di soffio, per ritornare allo spirito. D'Alessandro impera sia quando è sul fondo del complesso sia quando diventa primo violino, ed è capace di aggiungere quel pizzico, sempre sorprendente, di psichedelìa. Una psichedelìa popolare.

Ci vogliono sempre santi e maronne a cui votarsi, anche solo per richiamare gli spiriti che scappano. Benché il concerto abbia la propria spiritualità, le canzoni di Loguercio sono carne estatica e bollente, marcescente, appartengono a tutti i sensi. Canzoni che si portano appresso le radici della Lucania e di Napoli, con le loro lingue arravugliate e con le loro superstizioni: pulpette avvelenate, munnezza, tonsille marce, vocca amara, lingue da sgrassare, carogne, creature sfrattate e mani morte. Carnezzeria in putrefazione.

Canzoni ossute, interne, invernali, scure, senza spiragli per il mare, che però si vede, cantato da Erica Boschiero in La memoria dell’acqua. Un mare comunque mortifero, che conta i figli perduti. La soggettiva a pelo d'acqua della Boschiero, con quegli accenti che ricordano vagamente Crêuza de mä, viene resa ancor più pittorica dai giochi sonori di D'Alessandro, che con il suo mantice disegna il vento e il legno delle navi.

L'altro punto di vista, che somiglia più una cruda panoramica, è di Carlo Valente e della hit Crociera maraviglia, un viaggio in cui il mare si guarda da sopra e si fa pesante. Loguercio non teme il confronto generazionale e anzi lo accoglie, coinvolgendo artisti che hanno meno età delle sue canzoni. Come Marat, nata nel 1995, quando i Little Italy, prima formazione del cantautore lucano, esistevano già da dieci anni. La giovane cantautrice, diplomata come Valente all'Officina Pasolini, presenta la sua Quintessenza, fantasioso brano contenuto nell'ep d'esordio Le facce. Di lei si apprezza la genuinità, su cui, col passare dei dischi, si installerà l'autenticità. I tre ospiti si cimentano anche nei cori di Che giorno è?, brano che Loguercio ha inserito nel disco Passioni (2014).

Ci vogliono sempre santi e maronne a cui votarsi, anche solo per farsi ispirare giaculatorie ferventi ed esorcizzare la morte indifferente di un amore, esorcizzare la morte.

 

Foto di Cristina Canali

 

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In dettaglio

  • Data: 2018-01-11
  • Luogo: Roma, Sala Studio Borgna Auditorium Parco della Musica
  • Artista: Canio Loguercio e Alessandro D'Alessandro

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