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Blue Note, Milano

Alti e Bassi

“Da Bach a Jannacci tutto è… Jazz!”

Quel che sanno fare gli Alti e Bassi con la voce è qualcosa di incredibile. Paragonarli al Quartetto Cetra è, seppur per loro lusinghiero (l’han sempre dichiarato), ancora riduttivo. Qualcun altro li ha avvicinati ai mitici Manhattan Transfer, ma Andrea Thomas Gambetti, Filippo Tuccimei, Diego Saltarella, Paolo Bellodi e Alberto Schirò sono ancora un’altra cosa perché, soprattutto, sono tutti uomini. Eppure, nell’insieme delle voci, non manca nulla, i colori ci sono tutti, le ottave possibili sono tutte coperte, accarezzate, padroneggiate con grande cura e competenza.

Cantare a cappella è difficile, e oltretutto non va di moda, pare, in Italia. Ci sono stati i Neri per caso (Sanremo giovani nel 1995 e Sanremo 1996) che dopo il boom iniziale non hanno avuto più grande fortuna. Gli Alti e bassi sono invece una realtà vivace e presente nel panorama italiano da più di vent’anni: hanno sei album all’attivo, inviti a stagioni concertistiche come I Pomeriggi Musicali di Milano, la Stagione Concertistica del Teatro Rossini di Pesaro, esibizioni all'Accademia Filarmonica di Messina e di Roma, e una mancata partecipazione a Sanremo 2015. Il successo? E’ tutto nelle mani e nei sorrisi di chi li ascolta cantare dal vivo, che li applaude e li acclama, che li rivuole sul palco per un altro bis, che si ferma a salutarli e ringraziarli, uno per uno alla fine, chiamandoli per nome, come chi era qualche sera fa al Blue Note, tempio milanese della musica jazz internazionale e italiana di qualità, ed è tornato e tornerà più volte a sentirli. Il successo è anche negli occhi vivaci del grande Franco Cerri, che seduto a un tavolino in prima fila, sorride e batte il tempo con loro per tutto il concerto. Inseriti a pieno titolo nel libro di Andrea Pedrinelli, La canzone a Milano, edito da Hoepli nel 2015, gli Alti e Bassi sono riconosciuti dall’autore “fra i fenomeni più validi e ingiustamente misconosciuti d’Italia.”

E’ stato un tour lungo un anno, quello che si è chiuso al Blue Note di Milano (esattamente dove era iniziato) il 24 novembre scorso con una serata frizzante e ricca di ottima musica e simpatia.
Quella che doveva essere la tournée di presentazione del nuovo album in uscita, La nave dei sogni, album che fra l’altro è una meraviglia, era iniziata a novembre del 2014 “monca” proprio del brano che dà il titolo al disco, in quanto scelto da Carlo Conti per essere inserito tra i possibili brani sanremesi e poi in un secondo tempo, inspiegabilmente, non compreso nella rosa degli ammessi.

Questa sera La nave dei sogni approda tutta intera al Blue Note, dopo aver navigato attraverso i più disparati generi musicali ricondotti tutti, comunque,  al porto franco del jazz. Da sempre questi cinque “signori della voce” fanno della contaminazione di vari generi musicali la loro nota caratteristica: l’album, come la scaletta del concerto, è infatti un insieme di brani di provenienza differente, dalla musica classica per eccellenza (Bach) al pop, allo swing, al gospel fino al rispettoso omaggio ad uno dei più grandi cantautori milanesi (e italiani), Enzo Jannacci, come recita appunto il titolo dello spettacolo proposto con sottile genialità, garbo e altissima padronanza vocale.

Il live “Da Bach a Jannacci tutto è…Jazz” si apre con una rivisitazione molto elegante del brano Come fly with me, canzone portata al successo da Frank Sinatra alle fine degli anni 50 e riproposta anche da Michael Bublé, prosegue con una splendida Vorrei che fosse amore, famosa canzone di Mina, incisa dagli Alti e Bassi nell’album Io ho in mente te (un omaggio alla musica italiana) nel 2012 e da allora brano di punta dei loro concerti, per passare con agilità e ironia alla bossa nova di Samba de uma nota di Jobim.

A questo punto Andrea T. Gambetti introduce il brano che dà il titolo all’ultimo album del gruppo, raccontando le sue “vicissitudini” sanremesi. La canzone originale (gli autori sono Gambetti e Schirò) è di forte impatto e grande coinvolgimento. Il testo è intenso, l’esecuzione vivace (a dispetto del video ufficiale del brano, un mini-film tra l’onirico e l’ironico, https://www.youtube.com/watch?v=c_9nfK6-V9M), l’armonizzazione perfetta, un vero gioiello (di qualità forse troppo alta per competere sul palco dell’Ariston? ). Il divertente “siparietto” dedicato al Quartetto Cetra con la canzone Però mi vuole bene, in cui ogni sera viene coinvolta e condotta sul palco una ignara coppia di innamorati, strappa come sempre risate e applausi, mentre l’atmosfera ritorna seria con l’esecuzione della celebre Aria sulla quarta corda di Bach…almeno fino all’inciso di “chitarra rock” interpretato dalla voce di un Alberto Schirò nascosto sotto a una fluente parrucca nera!

Gli Alti e Bassi da sempre, fin dalla scelta del nome del gruppo, giocano con i contrasti, con gli opposti, con le ironiche contrapposizioni senza però trascurare le sfumature che le loro cinque differenti e particolarissime voci sanno modulare e intrecciare con grande maestria. In scaletta trova posto anche una interessante versione del Va’ Pensiero verdiano, e una toccante Smile, (un augurio di serenità in questo periodo di crisi) dal film Tempi moderni di Chaplin, lo standard jazz Chattanooga Choo Choo rivisitato vocalmente e l’ironico brano di Lelio Luttazzi Canto anche se sono stonato preceduto da una piacevolissima introduzione dei cinque cantanti che fanno “a gara” per interpretarlo.

L’omaggio a Jannacci con Faceva il palo nella banda dell’Ortica, in cui la voce di Alberto Schirò raggiunge una vicinanza all’originale impressionante e quasi commovente, è l’omaggio del gruppo anche alla città di Milano e alla musica italiana d’autore. E infine il bis, anzi, i bis (il secondo a grande richiesta e fuori scaletta): un lungo medley delle canzoni dei cartoni Disney in lingua inglese e l’ormai famoso omaggio ai Bee Gees fanno cantare e sorridere tutto il pubblico.

Uscendo soddisfatti nella notte milanese dopo il concerto, ci tornano in mente le parole che Lucia Mannucci e Virgilio Savona del celeberrimo quartetto Cetra di loro hanno scritto: “Se vai in estasi per il jazz d’annata è inutile che salti sul primo aereo per New Orleans: basta voltare l’angolo e gli Alti e Bassi sono lì che ti aspettano. E se stravedi per il “canto a cappella” e vuoi navigare a mezza costa tra madrigali monteverdiani e melodie di Gershwin, basta il tocco di un diapason e loro entrano in orbita e non li fermi più”.

Ecco, a noi è bastato raggiungere il Blue Note per navigare ad occhi aperti con gioia attraverso i loro e i nostri più cari sogni musicali.

(Foto di Valeria Bissacco e Francesco Gallo)

 

 

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In dettaglio

  • Data: 2015-11-24
  • Luogo: Blue Note, Milano
  • Artista: Alti e Bassi

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