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Illylab, Teatro dell'Arte - Milano

Franco Mussida

MUSICA: RESPIRO CELESTE
ASPETTI DI MUSICA IGNORATA MESSI IN MOSTRA

Chi ascolta musica respira amore vibrante organizzato”. Con questa suggestiva idea Franco Mussida si è messo all’opera per creare lo spazio artistico innovativo che ha allestito all’IllyLab del Teatro dell’Arte di Milano dal 12 al 28 giugno. Un’iniziativa che si aggiunge, con un contributo positivo, alle tante presenti nella rassegna ExpoInCittà. Il visitatore prende parte a un dialogo incantato tra grande e piccolo, macrocosmo e microcosmo. È proprio la sua voce a dare avvio a un particolarissimo simposio all’interno del quale musica e matematica, visibile e invisibile, terra e cielo, ragione e inconscio si fondono in una narrazione evocativa che non segue le regole fisse della ragione, ma quelle misteriose delle emozioni.

L’installazione prevede tredici stazioni, relative a ciascun intervallo musicale, ognuna composta da uno stelo di ceramica posto a terra sulla cui cima è posta una falsa croce che riporta simboli matematici. È la componente “terrena” della stazione, che rappresenta la nota grave, tonica dell’intervallo. A questa si contrappone, in un movimento che non è solo lotta ma anche e soprattutto dialogo, un sole celeste posto in alto, decorato con simboli che vogliono essere la forma di una poetica visiva in grado di comunicare con l’inconscio del visitatore,e che rappresenta la nota acuta, dominante dell’intervallo. Una vibrazione musicale continua pervade l’intera dimensione artistica, ma è il passaggio del visitatore ad attivare ciascun intervallo, fondendosi con le vibrazioni e la musica, facendo da cassa di risonanza per il suono e per le emozioni – suddivise da Mussida secondo gli archetipi più antichi: paura, gioia, tristezza, esaltazione… – che ciascun intervallo suscita nell’uomo. “La mostra svela quindi il lavoro invisibile delle forze musicali organizzate che vibrando evocano e muovono le intenzioni emotive di musicisti, attori, cantanti e, per conseguenza, di tutti gli ascoltatori che siedono di fronte a una rappresentazione musicale”, così recita la guida alla mostra, a cura di Martina Corgnati.

La mostra può essere fruita in una duplice modalità: o lasciandosi avvolgere dalla melodia di Incanto, la composizione musicale scritta da Mussida che pervade l’ambiente in un continuum all’interno del quale lo spettatore si muove in un percorso guidato che gli permette di attivare presso ciascuna stazione la vibrazione relativa, pur mantenendo la melodia in sottofondo. In alternativa è possibile farsi avvolgere dal silenzio e lasciare risuonare presso ogni stazione l’intervallo musicale relativo.

Un percorso emozionale interessante ed estremamente ambizioso, solo in parte riuscito. Lo spazio della Triennale di Milano che ha ospitato la mostra non ha garantito il clima di silenzio e raccoglimento necessario allo spettatore per entrare profondamente in contatto con le vibrazioni della musica e con le emozioni che essa suscita, rischiando così di disturbare o interrompere il dialogo che l’installazione voleva creare. Un altro dubbio getta un’ombra sul progetto, il rischio di un eccesso di “universalità”: è davvero possibile ricondurre le emozioni, e l’inconscio di ciascuno spettatore, ad archetipi universali e pretendere che ciascun intervallo musicale riesca a suscitare lo stesso tipo di emozione in spettatori diversi? Sicuramente l’idea di Mussida è sostenuta da una visione del mondo, da un paradigma filosofico solo in parte esplicitato nella mostra, che tuttavia dà sostegno al progetto. Ecco allora che ragione ed emozione, filosofia e vibrante musica riprendono la loro “lotta”, in un movimento incessante.

A conclusione del percorso della mostra, viene presentato il progetto CO2, mettendo a disposizione del pubblico un’audioteca che riproduce le quattro già presenti in altrettante carceri italiane (Opera, Monza, Rebibbia femminile, Secondigliano). Il progetto, attivo già da alcuni anni, si propone di studiare e sperimentare l’effetto della musica sull’affettività dei detenuti. Ecco allora che l’audioteca raccoglie una grandissima varietà di pezzi musicali strumentali, organizzati non per generi ma secondo stati d’animo differenti, incentivando così i detenuti a legare le composizioni musicali alle loro più private emozioni. Sarebbe certamente interessantissimo osservare che tipo di racconto l’individualità di ognuno scrive con la musica.

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In dettaglio

  • Data: 2015-06-12
  • Luogo: Illylab, Teatro dell'Arte - Milano
  • Artista: Franco Mussida

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