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“Orietta Berti è pazza”, il nuovo singolo di Marco de Annuntiis

di Massimo Pirotta

La scelta di un titolo che può far pensare ad una delle tante provocazioni che circolano sul web o nel Paese reale. In realtà è un (pre)testo. Quattro minuti non tanto di irriverente rock’n’roll ma un intrigante e riflessivo pop d’autore. Riferimenti e rimandi che vedono la collaborazione attiva di Spazio 70, storica rivista/portale dedicata agli anni ‘70. Marco de Annuntiis, con lo sguardo alla francese e con un occhio di riguardo alla Livorno di Piero Ciampi, è un compositore e polistrumentista partito dall’underground. “Da quando non ho una band preferisco definirmi chansonnier. Un vestito nero non è automaticamente uno smoking e chi si scrive i suoi pezzi non è per forza un cantautore”. Ha collaborato con cantautori come Francesco De Gregori e Luigi Grechi, è firmatario della soundtrack di Jukebox all’Idroscalo, ideatore del docu-film ‘Se c’è un aldilà sono fottuto. Vita e cinema di Claudio Caligari’ (un omaggio al regista di ‘Amore tossico’) candidato al David di Donatello nel 2020.

Il suo nuovo brano è disponibile, dal 20 luglio, in streaming e digital download su tutte le principali piattaforme ed anticipa il nuovo album.

                                (vedi il video)

Il titolo della canzone è preso in prestito da una scena del film ‘Tutta colpa del paradiso’ in cui l’attore Francesco Nuti lo si vede in una cella di una prigione in cui su una delle pareti c’è la scritta da cui è mutuato il titolo del singolo. Non una canzone sull’Orietta nazionale di ieri e oggi, né tantomeno qualcosa di offensivo verso la Berti.  La questione è che negli Anni 70, a sorpresa, la stessa scritta apparve sui muri di molte città italiane. Segno dei tempi, tra ironie e conflittualità. Anni di piombo o piuttosto anni di pongo come ebbe a sottolineare Roberto Freak Antoni? “Ho voluto parlare di quel periodo storico, delle lotte politiche, dell’eredità che quella stagione ci ha lasciato”. L’autore sostiene che quegli anni sono stati abbondantemente analizzati, ma sì sa che manca sempre uno per far trentuno. In ogni caso, nessuna retorica né tantomeno nostalgie (di che?). Ma il ripartire da lì per chiedersi dove questi anni ci porteranno.

Il brano è prodotto da Glezos, tra l’altro figura seminale del punk milanese, assemblatore dell’album antologico “Punk At La Scala. Milan 1978-1981”, autore di fanzine e co-autore con Elettro dell’intrigante libro autoprodotto ‘Punk alla carbonara’. L’ispirato video che supporta la canzone è a cura di Lorena Strummer (qui insieme a Marco in una foto del 2019). Il penetrare tra imperatori di altri secoli, uomini politici di primo piano e capaci di modellare il mondo a loro piacere, di giovani che scelsero la lotta armata in Italia. Quindi, liriche inusuali, col “girocollo” e sonorità fluide per una miscellanea dalla forte carica emotiva.

 

Il testo della canzone

La storia non la fanno mai/le brave persone come te/che ti fai i fatti tuoi/Giulio Cesare, Kissinger e Napoleone/hanno deciso qualche cosa anche per noi.
Erano ribaldi presuntuosi/capitani coraggiosi finchè la barca va/Compagni che sbagliano/colpirne cento ed educarne uno/moderato con brio
Ci vorrebbe un nuovo Tenco/per spararsi al Premio Tenco/ma non voglio mica farlo io
Ho visto la Mambro e Fioravanti/erano proprio qui davanti/che ordinavano un caffè/ho poche certezze nella vita/ma mi han detto che Dio c’è/e inoltre che
Orietta Berti è pazza/ma pazza come non sai/più di noi due insieme/non lo diresti mai
Orietta Berti è pazza/ma la più pazza che ci sia/ed è capace di tutto/tu non ne hai nemmeno l’idea/altro che rock’n’roll/altro che Satana
Ho visto Barbara Balzarani/col suo libro tra le mani/sventagliarsi in un caffè/ho poche certezze nella vita/e una di queste è che Dio c’è/e inoltre che
Orietta Berti è pazza/ma pazza come non sai/più di noi due messi insieme/lo crederesti mai
Orietta Berti è pazza/ma la più pazza che ci sia/ed è capace di tutto/tu non ne hai nemmeno idea.
Altro che Satana/altro che rock’n’roll

 

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