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ChiaraBlue: a cavallo di un Dinossauros

di Leo Pascucci

È uscito lo scorso 6 luglio Dinossauros, il brano di ChiaraBlue inciso insieme a Paula Morelenbaum, una delle cantanti brasiliane più affermate a livello internazionale. ChiaraBlue, nome d’arte di Chiara Mariantoni, è una talentuosa cantautrice milanese che in pochi anni di attività è riuscita a ritagliarsi un proprio stile musicale che le ha permesso di ricevere numerosi riconoscimenti sia dal pubblico ma anche dalla stampa specializzata. Nel 2019, ad esempio, è finalista del ‘Bianca d’Aponte’, premio dedicato espressamente al mondo cantautorale al femminile, nel 2020 è invece finalista del Premio Bindi e nello stesso anno è l’artista scelta dall’etichetta Isola Tobia Label per l’edizione annuale dell’Agricooltour, tour di 15 date in tutta Italia, in ambienti agricoli e rurali, mentre nel 2021 arriva la grande soddisfazione nel vedere il suo album, Indifesi, entrare nella cinquina delle Targhe Tenco nella sezione “Miglior opera prima”. Parlando invece di qualcosa ancora più recente, va ricordata la sua presenza poche settimane fa alla 19ª edizione del Premio L’Artista che non c’era, in una tiratissima finale che si è svolta al CPM di Milano, dove ChiaraBlue ha riscosso ampi consensi dalla qualificata giuria presente, composta da musicisti, giornalisti e professionisti del settore.

 

Ed ora arriva ‘Dinossauros’, un progetto di condivisione, di unione artistica e di intenti (qui alcune foto scattate in studio da Paolo Boriani). Nasce nel 2019 al Premio Bianca d’Aponte dove, come ricordavamo in apertura, Chiarablue era tra le finaliste. In quell’occasione porta il brano Dinosauri e subito attirò l’attenzione di Ferruccio Spinetti (direttore artistico del Premio) e Max de Tomassi (giornalista e operatore culturale) “con i quali – racconta Chiara – è nato da subito un bellissimo dialogo legato al comune amore profondo verso la musica brasiliana, la cultura e le sonorità latine del Sud America”. La sfida era quella di cercare una nuova versione di Dinosauri, canzone già pubblicata nell’album Indifesi. “Con Ferruccio Spinetti e Alessandro Guasconi del Virus Studio – continua la cantautrice - avevamo il desiderio di esplorare un mondo in cui la dimensione acustica che caratterizzava la precedente versione riuscisse a mescolarsi con l’elettronica, per creare un nuovo equilibrio di forme e spazi, in cui le parole del testo potessero risuonare e cogliere sfumature inedite”. A suggellare e ‘chiudere il cerchio’ c’è stato poi l’incontro con Paula Morelenbaum, per il quale l’intervento di Max de Tomassi - da anni ponte fra le culture musicali italiana e brasiliana - è stato fondamentale. Il riadattamento in lingua portoghese è stato curato dagli stessi Max e Paula Morelenbaum, che sono riusciti a cogliere il significato profondo del testo, aggiungendo suggestioni poetiche che hanno dato nuova linfa al racconto originale, impreziosito dalle morbide note di contrabbasso di Ferruccio Spinetti.

Il risultato è questa nuova versione del brano, che esce accompagnato da un docu-video firmato dal regista Paolo Boriani. Un viaggio fisico e metaforico nell'intimità dello studio di registrazione, dove tutto è ancora embrione, dove niente è stabile, dove tutto può mutare e al contempo dove ogni cosa è già materia, fatta di gesti, suoni e parole.

Il montaggio alterna riprese a colori e in 8mm, sfondi di paesaggi in movimento con inserti grafici e testuali, sequenze di foto e immagini di backstage, dando vita a un vero e proprio cortometraggio più che a un video musicale. Un progetto così complesso e corale non poteva che essere arricchito da una parte grafica di grande interesse. La copertina del singolo, infatti, è un'opera originale creata appositamente dall'artista visuale Alessandra Guttagliere, già espositrice alla Triennale di Milano e al Maxxi di Roma. Venendo alla parte più strettamente musicale, il brano narra della distanza, di una cesura che intreccia un rapporto personale (“potevamo solo morire d’istanti/incapaci di sopravvivere distanti”) sotto una quinta di un cambio di tempo epocale (“per un’era che muore/ce n’è una che appare”), ineluttabile nella sua definitività ed incontrovertibile come lo fu l’estinzione dei dinosauri.


 

‘Dinossauros’, quindi, non è semplicemente una nuova versione di un brano edito (segnaliamo la presenza in studio, oltre che di Ferruccio Spinetti al contrabbasso e di Alessandro Guasconi alle tastiere e programmazioni, di Luca Jurman al pianoforte e del fido Matteo Iarlori, da sempre al fianco di Chiara con la sua sei corde) ma come lo ha definito Chiara stessa, è “un viaggio tra culture differenti, una sinergia di diverse ispirazioni che, partendo da un denominatore comune, hanno saputo dar vita a una creatura indipendente dalla prima; è un unicum dentro il quale nuotano linguaggi diversi e complementari: poetico, musicale, grafico e cinematografico”.

Il duetto italo-portoghese fra ChiaraBlue e Paula Morelenbaum è convincente ed estasiante, un tassello importante nella carriera artistica di Chiara (oltre che una bella esperienza umana). L’artista milanese possiede ottime doti vocali a cui si aggiunge una capacità cantautorale che si esprime con testi maturi, raffinati, e un talento compositivo che non passa inosservato. Può fare e farà molta strada, in piedi, solo sui suoi piedi, perché ha cose da cantare e sa come cantarle.

Video Dinossauros:
https://www.youtube.com/watch?v=O-kZBCT55rI

 Foto di Karel Losenicky

 

 

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